„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio
lunedì 24 marzo 2014
Scuola: con i precari contro il precariato e contro la disoccupazione
Fano, 16 marzo 2014
presso il Centro di Documentazione Franco Salomone
Sulle macerie della scuola pubblica provocate nel recente passato dai tagli di €8,5 miliardi e di 150.000 posti voluti dal governo Berlusconi/Gelmini, si aggirano nuovi ministri e improbabili sottosegretari a promettere nuove risorse per un progetto culturale e formativo, le cui concrete politiche scolastiche appaiono chiaramente finalizzate alla accelerazione del processo di riconversione della scuola in una fucina di manodopera addestrata a rispondere ai bisogni di un mercato volatile che impone - grazie alla crisi - più aggressive pretese in quanto a "selezione", meritocrazia e finanziamenti a questa finalizzati.
Tale processo che si sta svolgendo con grave pregiudizio per la libertà d'insegnamento, per il livello di preparazione degli studenti e per il confronto democratico, necessita di una gerarchia di poteri senza alcun contrappeso che ha nei Dirigenti e in strutture extra-contrattuali i centri realmente decisionali, in barba agli organismi collegiali, ormai costretti a meri luoghi di ratificazione di decisioni prese altrove, ed in dispregio delle rappresentanze sindacali di scuola, private ormai di reali poteri di contrattazione e di controllo sull'operato della controparte in materia di organico e di gestione dei fondi contrattuali.
Il blocco della contrattazione fino al 2014, il definanziamento delle risorse per il reddito (pagamento delle anzianità con il fondo per l'ampliamento dell'offerta formativa), per l'edilizia e per l'assistenza hanno profondamente prostrato i lavoratori del settore, sempre più intimiditi dall'offensiva ministeriale e dalla insufficienza di risposta sindacale.
Ora ci sono alcuni segnali di reazione: lo sciopero delle ore aggiuntive indetto nel mese di marzo, ma soprattutto le iniziative di lotta delle/gli insegnanti precari/e previste per il 21 marzo e per l'11 aprile.
Come in ogni azienda, i lavoratori e le lavoratrici precari/e garantiscono da anni, a prezzo di immensi sacrifici, la tenuta strutturale del sistema scolastico.
Su di loro incombe un futuro pieno di insidie, tra cui annoverare l'ultima cosiddetta "sperimentazione", a Milano e a Napoli, di cicli di scuola superiore della durata di soli 4 anni, preludio a ulteriori tagli. Nella giornata del 21 marzo, i precari chiederanno in massa le ferie (a loro non concesse e non pagate) e organizzeranno, in simultanea, iniziative di protesta a livello locale.
Per l'11 aprile, poi, è stato indetto uno sciopero dei precari della Scuola Pubblica, con manifestazione nazionale.
E' auspicabile la convergenza sulla data dell'11 aprile dei sindacati del settore e delle associazioni di categoria, per una mobilitazione generale di tutti i lavoratori della scuola, coinvolgendo anche le associazioni dei genitori e degli studenti.
Si tratta di riprendere con determinazione una battaglia unitaria per
l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari della scuola, docenti e ATA, attraverso il rifinanziamento della scuola pubblica ed il ritiro dei tagli Gelmini; attraverso un sistema di reclutamento unitario e lo sblocco del turn-over; rifiutando la chiamata diretta da parte dei dirigenti, foriero di clientelismi e di "normalizzazione" ideologica;
il pagamento regolare degli stipendi, delle ferie non godute e degli scatti al personale precario e di ruolo;
il ritiro delle confuse direttive sui Bisogni Educativi Speciali, volte a tagliare posti di sostegno, a detrimento del diritto allo studio dei disabili e dell'integrazione degli immigrati;
la soppressione dei quiz INVALSI, che calpestano l'autonomia di valutazione dei docenti e costringono a rimodellare la didattica su esigenze esterne agli apprendimenti, pur di accedere a finanziamenti legati alla meritocrazia;
il blocco del finanziamento alla scuola privata e "paritaria";
lo stanziamento di fondi per la messa in sicurezza delle scuole.
Unità.
Consiglio dei Delegati
Federazione dei Comunisti Anarchici
16 marzo 2014
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