„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio

mercoledì 29 gennaio 2014
Palestina-Israele, il futuro bussa alla porta della lotta unitaria
I media israeliani della borghesia non fanno che parlare del boicottaggio contro Israele, che non solo è diventato significativo economicamente e politicamente ma che è a due passi dal diventate valanga. Molti attivisti che si attardano a sostenere che la battaglia non verrà vinta sul piano locale ma a livello internazionale vanno fuori di testa quando vedono che i vantaggi immediati risultano poi minimi. Costoro non comprendono che la lotta locale è il punto di Archimede, la leva su cui poggia la campagna B.D.S. (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni, ndt). Quindi, la lotta unitaria prosegue. Gli attivisti internazionali che vengono qui portano poi la lotta nei loro paesi quando fanno ritorno a casa. Che si comprenda o no l'importanza della lotta unitaria, centinaia di israeliani vanno ogni fine-settimana a Bil'in, a Ni'ilin, a Ma'asara, a Nebi Saleh, a Qaddum, a Sheikh Jarrakh, sulle colline sud di Hebron, e sporadicamente in altre località.
Bil'in
Dieci israeliani, una dozzina di internazionali e due dozzine di palestinesi hanno manifestato questo venerdì a Bil'in. Quando abbiamo raggiunto il cancello del muro, le forze di stato israeliane si sono limitate alle semplici minacce. Poco dopo ci siamo spostati più a sud, lungo il muro, e allora le forze di stato hanno iniziato a sparare lacrimogeni sui giovani fermi nella querceta di Abu Lamun, colpendo all'anca uno di loro con un proiettile vero. Quando l'intensità dei lacrimogeni è diventata insopportabile abbiamo iniziato a far ritorno al villaggio.
https://www.facebook.com/media/set/?set=ms.779945062034...18321
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203036149567628
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.7799448620346...18321
Nabi Saleh
manifestazione settimanale del 24.1.2014
Gli scontri sono iniziati a Nabi Saleh quando le forze israeliane hanno represso la manifestazione pacifica nel villaggio che stava scandendo slogan per la libertà, ed hanno dichiarato il villaggio zona militare chiusa. Secondo alcuni report un aereo militare ha sorvolato il villaggio durante la manifestazione scattando foto delle persone in corteo.
Decine di manifestanti hanno sofferto di soffocamento da inalazione dei gas sparati dalle forze israeliane.
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.7799524553671...18321
israelpnm http://www.youtube.com/watch?v=RNCK5EKAfoI
Qaddum
Molti casi di feriti tra cui bambini e giornalisti in una delle manifestazioni più imponenti che ci siano mai state.
Più di 600 palestinesi hanno preso parte al corteo di oggi insieme ai nostri amici (SFP-ISM, attivisti israeliani e molti internazionali). Decine di soldati, di ruspe e di jeep hanno attaccato la città sparando centinaia di lacrimogeni verso le persone e le case, prendendo spesso di mira i giornalisti. Alla fine c'erano più di 60 persone con crisi di soffocamento da gas lacrimogeno.
Besan Murad Shtaiwi di 2 mesi è rimasto soffocato quando l'esercito ha colpito la casa rompendo i vetri e provocando l'infiltrazione di gas; ma ora sta bene.
Jaafar Shtayeh, fotografo di un'agenzia francese, è stato colpito direttamente alla mano ed alla schiena da due candelotti, con ricovero in ospedale.
Naser Braham, 44 anni, è stato colpito da proiettili di gomma alla schiena,
Sobhi Mansour, 14 anni, colpito da proiettili di gomma alla gamba.
Modar Abbas, 35 anni, colpito da candelotti sulla schiena.
Abdullah Salem, due anni, colpito da candelotti allo stomaco.
Salemah shtaiwi, 70 anni, crisi da soffocamento in casa sua
24-1-2014
"ORA a Kafr Qaddum: Almeno 5 manifestanti palestinesi ed un giornalista sono rimasti feriti da un lancio massiccio di lacrimogeni da parte dell'esercito israeliano durante la manifestazione contro l'occupazione del 24 gennaio 2014".
Yotam Ronen/Activestills.org https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151874640272073
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=687507127938010
La TV canale 2 parla di un allargamento della campagna BDS. Ne parla in modo molto auto-vittimistico e molto carente dal punto di vista dell'auto-consapevolezza. TV2 si chiede perchè il mondo boicotti Israele, ma non si chiede perchè Israele occupa la Palestina. Infatti, pare proprio che secondo TV2 Israele non stia facendo nulla di sbagliato e che sia solo un caso se si trova ad essere un capro espiatorio internazionale.
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Ilan Shalif
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/
Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org
Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali
ANCORA NOTE SUL TESTO UNICO SULLA RAPPRESENTANZA
L'accordo è finalmente il punto di arrivo del percorso intrapreso dai padroni, che ha subito un'accellerazione dal 2009, si è servito come testa di sfondamento dell’accordo separato in FIAT con le successive fasi, fino al sostegno legislativo dello stesso accordo attraverso l’art.8 sulle deroghe ai contratti e alle leggi in sede aziendale, attualmente in vigore.
Qui il primo punto di non ritorno della CGIL con la rinuncia del suo ruolo di organizzazione sindacale: aver considerato lo scontro sul contratto FIAT un punto settoriale una questione dei metalmeccanici e non -come invece è stato- un attacco alla contrattazione, attacco vincente per i padroni che ha modificato e modifica le relazioni sindacali e sociali a favore di lor signori.
Se Cisl e Uil fin dall’inizio (dal 2001 in poi) hanno accompagnato la ristrutturazione complessiva dei padroni, le tappe della confederazione sono raggruppabili in 3 punti che risultano così declinati:
A) Quello che scaturisce dal congresso del 2010 sul punto della contrattazione, poi ripetuto fino a sostenere contratti di categoria firmati, che restituiscono tutto su orari, salari e prestazione lavorativa, disarmando i lavoratori di fronte al processo di riorganizzazione del capitale, ivi compreso il blocco contrattuale nel pubblico impiego.
B) La modifica statutaria che crea lo spazio per il decisionismo del gruppo dirigente ristretto. In sintesi: le decisioni confederali non possono essere discusse e messe in discussione a livello di federazioni di categoria .
C) L’abbandono di fatto, la non assunzione se non formale, di qualsiasi processo democratico nel rapporto con i lavoratori e del loro ruolo decisionale sui contratti e sugli accordi, ma anche dentro l’organizzazione sindacale CGIL; quest’ultimo punto, speso sull’altare dell’unità sindacale presunta con Cisl e Uil e quindi già taroccato in partenza.
Questi sono i punti portanti che costituiscono la linea della confederazione e che la portano dentro l’attuale condizione fallimentare e di declino. I padroni scelgono non di delegittimare i contratti nazionali dal punto della esigibilità , ma di svuotarli attraverso le deroghe in sede aziendale e imponendone i contenuti, cioè togliendo l’autonomia contrattuale dei lavoratori sul terreno dei contenuti stessi.
Lo sbocco aziendalista -con quel che ne deriva di negativo sul piano della rappresentanza dentro i luoghi di lavoro, della solidarietà fra lavoratori e del conflitto- sociale dimostra che la scelta dei padroni è funzionale alla fase economica: riduce il corpo intermedio sindacato ad una sorta di garante subordinato e agisce direttamente sulla formazione della coscienza di classe e sulla sua possibilità di essere trasmessa; non a caso si agisce anche cancellando la memoria stessa.
Aziendalismo uguale cancellazione della rappresentanza intesa come espressione dell’autonomia della classe: le sanzioni in capo ai lavoratori agiscono su questo nodo fondamentale. Chi si azzarderà a fare il delegato, se non come espressione in primo luogo del sindacato esterno e garante, come ruolo, per i padroni degli accordi stipulati? Viene quindi negato nei luoghi di lavoro il diritto di coalizione dei lavoratori, sancito anche dall’ultima sentenza della Corte Costituzionale sulla Fiat .
Il problema non è tanto l’agibilità delle sigle sindacali, ma l’agibilità dei lavoratori: la loro libertà/diritto di associarsi/coalizzarsi.
La blindatura fatta a favore delle organizzazioni firmatarie nega ,e questo è il punto maggiormente negativo, in prospettiva la possibilità per la classe di seguire una prassi di costruzione di altre forme organizzate se non a seguito di una rottura, prodotta dalla stessa classe, del quadro costituito.
La delega al partito di riferimento PD, o meglio ad una sua componente, ha tentato illusoriamente di spostare la difesa della classe sul piano parlamentare. Anziché sostenere una propria posizione facendola assumere, la delega al partito politico di tutto (art.18, pensioni, mercato del lavoro, aumento della tassazione sui salari) ha portato alla sconfitta su tutti i fronti, lasciando la classe senza difese e quindi sotto tutti i ricatti. Il processo di deindustrializzazione lo dimostra: la scomposizione della classe risulta l’altro elemento che sembra chiudere il cerchio.
Questo elemento, non solo italiano, è riscontrabile nello stato di crisi del sindacalismo del mondo occidentale, in particolare in EU e USA : il sindacato tedesco (DGB) ha perso oltre 2 milioni di iscritti. La riorganizzazione capitalista incide in modo pesante in tutte le realtà e disarma la classe, modificandola in funzione dei rapporti di forza fra le classi stesse.
Si può certamente continuare a ragionare in termini di tradimento/incapacità dei dirigenti della CGIL che pure c’è, o dell'incapacità del sindacalismo di base, però risulta riduttivo e non porta lontano come possibilità di intervento. Bisogna pensare ad una fase di ricostruzione, perché il movimento operaio al quale abbiamo fatto riferimento e partecipato, quel movimento è oggi sconfitto e in fase di progressiva sostituzione.
Si può pontificare sull’ adattamento del sindacato in ultima istanza ai processi del capitale. Sappiamo tutti che questa forma organizzata è per sua funzione e forma di tipo trade-unionista, per cui è inutile sovraccaricarla di contenuti. Ma rimane per la classe la necessità di organizzarsi sul terreno della propria rappresentanza di massa, ed è per questo che non da oggi parliamo di ricostruzione del sindacato a partire dai lavoratori e dalle lavoratrici, dai luoghi di lavoro e dai territori.
gennaio 2014
Commissione Sindacale della Federazione dei Comunisti Anarchici
Lotte sociali e poder popular in Brasile - dibattito a Pordenone 31 gennaio
Venerdì 31 gennaio ore 20:00
presso il prefabbrikato - via Pirandello, 22 (quartiere Villanova) - Pordenone
Incontro/dibattito su "Lotte sociali e poder popular in Brasile"
con Livio della FARJ - Federaçao Anarquista de Rio de Janeiro,
per parlare di lotte popolari, tariffa zero, comitati di quartiere, lotta di classe, mundial e quello che verrà...
Prima del dibattito aperitivo e buffet per prenotazioni: info@zapatapn.org
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mercoledì 15 gennaio 2014
incontro coi lavoratori della snità pordenonese - comitato salute pubblica bene comune
INCONTRO con Lavoratrici e lavoratori della sanità
Quali priorità per il nuovo ospedale di pordenone in via montereale ?
Quale proposta per una sanità territoriale ?
promosso dal COMITATO SALUTE PUBBLICA BENE COMUNE PORDENONESE
Mercoledì 22 gennaio
pordenone via san valentino
sala cgil ore 16 e 45
martedì 14 gennaio 2014
presentazione al tittinpiedi de : Agustín Guillamón, I Comitati di Difesa della Cnt a Barcellona (1933-1938
Sabato18 gennaio, ore 18, Mestre,
Circolo Tuttinpiedi, piazzetta Canova 1, presentazione del libro:
Agustín Guillamón, I Comitati di Difesa della Cnt a Barcellona (1933-1938).
Dai Quadri di difesa ai Comitati rivoluzionari di quartiere le Pattuglie di Controllo e le Milizie Popolari,
In Appendice: Gilles Dauvé, Quando muoiono le insurrezioni,
All’Insegna del Gatto Rosso, Milano, 2013
giovedì 9 gennaio 2014
Progetto di incontri sulle origini del cristianesimo - circolo UAAR treviso ed circolo B. Russell di treviso
Progetto di incontri sulle origini del cristianesimo
La proposta è tesa a divulgare tra tutti, credenti e non credenti, informazioni
sull’origine del cristianesimo. Trattare il cristianesimo supponendo di
conoscerlo può essere controproducente sia per chi professa uno spirito
critico sia per chi lo accetta per fede.
Una bozza del percorso di studio che propongo è così articolata in
appuntamenti da circa 1 ora e mezza l’uno.
Presentazione del corso
Il senso della ricerca storica sul cristianesimo. Ipotesi e metodi per
conoscerne i fatti e i personaggi. (martedì 14 gennaio)
Storia del I secolo
L’Impero romano e le religioni ai tempi di Gesù: paganesimo ed
evemerismo. (martedì 21 gennaio)
Storia sociale ed ecclesiastica
Gli scontri di potere e di tradizioni all’origine del cristianesimo.
(martedì 28 gennaio)
La vita di Gesù e di Paolo
Contraddizioni e punti non chiari delle loro biograe. (martedì 04
febbraio)
Teorie non “uciali”
Gli autori che hanno criticato la versione cristiana della vita di Gesù
dalle origini ai nostri giorni. (martedì 11 febbraio)
Analisi delle testimonianze
Il problema delle fonti del cristianesimo. Autori classici e patristica.
Fonti canoniche e apocrife. (martedì 18 febbraio)
Credibilità dei resoconti cristiani
Notizie, metodi e motivi per una possibile manipolazione dei fatti
storici. (martedì 25 febbraio)
Verica delle ricostruzioni storiche
Le prove della contraazione dei fatti storici. (martedì 04 marzo)
Cristianesimo e potere
Gli atti imperiali che determinarono la sottomissione dei cittadini alla
nuova religione. (martedì 11 marzo)
Conclusioni
Dibattito e consegna degli attestati di partecipazione. (martedì 18
marzo)
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Job Act: dichiarazione di Giorgio Cremaschi
Job Act: dichiarazione di Giorgio Cremaschi
Giorgio Cremaschi primo firmatario del documento Il sindacato è un'altra cosa:
"Non siamo d'accordo con la cautela di Susanna Camusso o con le aperture di Maurizio Landini sulle proposte di Renzi. Dalle anticipazioni si può e si deve dare un giudizio negativo per almeno tre ragioni. Perché tutta l'ideologia del progetto è quella liberista di sempre secondo cui per creare lavoro bisogna togliere vincoli alle imprese ed esaltare la globalizzazione. La crisi economica attuale e la disoccupazione di massa sono figlie di questa ideologia.”
“La seconda ragione è che si allude ambiguamente alla estensione della indennità di disoccupazione, senza chiarire se questa si aggiunge a quello che già c'è oggi, e allora bisogna finanziarla , o lo sostituisce e allora sono o lavoratori che la pagano finendo in mezzo ad una strada.”
“La terza ragione è il contratto di inserimento con piena libertà di licenziamento per i nuovi assunti che estenderà ancora la precarietà del lavoro e che aprirà la via a licenziamenti di massa. Infatti sarà sempre più conveniente licenziare lavoratori con articolo 18 per sostituirli con nuovi assunti senza diritti.. Si sta già facendo nelle piccole aziende la liberalizzazione di Renzi lo generalizzerà alle grandi.”
“Solo per questo la CGIL é già in condizione di dire no al jobacte deve contrastarlo."
9 gennaio 2014
la fabbrica della cura mentale - diario di uno psichiatra riluttante . Presentazione presso ateneo degli imperfetti di Marghera
la fabbrica della cura mentale
diario di uno psichiatra riluttante
presentazione del libro
ne discutiamo con l’autore: Piero Cipriano
sabato 18 gennaio 2014 ore 17.30
Via Bottenigo 209
Marghera Venezia
Piero Cipriano
(1968), medico psichiatra psicoterapeuta, di formazione cognitivista ed etnopsichiatrica, lavora da dodici anni come psichiatra dirigente nei dipartimenti di salute mentale. Ha lavorato in Friuli, in Campania, e da qualche anno a Roma, in un SPDC.
A trentacinque anni dall’approvazione della
legge 180, che avrebbe dovuto favorire il
superamento definitivo della barbarie del
manicomio, Piero Cipriano ci racconta cos’è
un SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi
e Cura). Attraverso lo sguardo impietoso
di questo psichiatra riluttante, infiltrato tra
i “clandestini della follia” di casa nostra,
scopriamo che proprio quei luoghi, che
avrebbero dovuto garantire la gestione
umana ed efficace della crisi psichiatrica, si
sono troppo spesso trasformati nelle roccaforti
di una rinnovata cultura manicomiale,
ancora maggioritaria tra i professionisti della
psichiatria, luoghi in cui il motto “chi non ha
non è”, tanto caro a Franco Basaglia, non ha
mai smesso di essere attuale.
Con ricchezza di dati, ma anche attraverso
una carrellata di personaggi (la fredda,
la iena, il fatalista, lo psicanalista, la
melanconiosa, la suorina, la disillusa, ecc.)
Cipriano ci racconta come, all’interno di un
moderno SPDC, il potere del sano sul malato
venga ancora gestito in maniera totalmente
arbitraria; tutto ciò determinando, spesso, un
totale ribaltamento dei ruoli, in forza del quale
i socialmente pericolosi diventano proprio
coloro che, per legge, dovrebbero garantire
l’accoglimento umano e responsabile di tutte
quelle situazioni di sofferenza che rendono
necessario un ricovero psichiatrico.
ne discutiamo con l’autore
Piero Cipriano
medico psichiatra psicoterapeuta
introduce
Elis Fraccaro
Laboratorio Libertario
Ateneo degli Imperfetti
Via Bottenigo, 209
30175 Marghera (VE)
tel. 327.5341096
www.ateneoimperfetti.it
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