„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio

lunedì 29 agosto 2011
6 settembre sciopero generale di lotta e indignazione - Comunicato CS FdCA
nutrita schiera di sindacati di base giunge in un momento cruciale per
le sorti della classe lavoratrice italiana, sullo sfondo di una crisi
continentale sempre più violenta nei confronti delle condizioni di
vita dei proletari europei.
Si tratta di una risposta resa necessaria dall'estrema ingiustizia
sociale che la doppia manovra estiva imposta dal governo Berlusconi
insieme a Confindustria e sindacati di mercato sta diffondendo nel
paese, colpendo salari, diritti e tutele sindacali, deprimendo senza
apparente via di scampo la dignità di vita di centinaia di migliaia di
lavoratori, lavoratrici, precari, disoccupati, migranti.
Dopo le manifestazioni dell'autunno/inverno 2010, con le forme estreme
di resistenza di migranti e precari, dopo gli scioperi della scorsa
primavera, il movimento dei lavoratori e di tutte le realtà sociali di
base che nel paese si stanno battendo da 2 anni contro la crisi si
ripropone come soggetto di lotta e di resistenza, per riportare nelle
piazze di tutti i capoluoghi di provincia la protesta e l'indignazione
che serpeggia da mesi nel paese.
L'ingiustizia sociale sempre più diffusa e le difficili condizioni di
vita dei proletari italiani sembrano aver fatto breccia nel
monolitismo della riluttante dirigenza della CGIL, costringendola ad
una scelta di lotta in netto contrasto con le sue ultime scelte
neo-consociative dello scellerato patto del 28 giugno con governo e
parti sociali e l'avviso comune del 4 agosto scorso con la
Confindustria e i banchieri.
Quei sindacati di base che hanno indetto a loro volta lo sciopero
generale aggregandosi in un coordinamento nazionale sembrano poter
restituire speranze verso un nuovo protagonismo di realtà organizzate
significative in alcuni settori.
La violenza dell'attacco sferrato costringe alla mobilitazione ed
alla cooperazione le forze sindacali di opposizione ed i movimenti
sociali e di lotta che nella società esprimono un disagio sempre più
forte ed incontenibile.
Fare sì che il 6 settembre non resti una giornata isolata in un
autunno di lotta alla manovra finanziaria ed alla crisi dei padroni
dipenderà dalla forza di resistenza e di manifestare dissenso ed
indignazione proprio da parte delle componenti sociali e sindacali più
conflittuali, quelle che non hanno nulla da perdere, che non hanno
poltrone dirigenziali e privilegi da difendere.
Le componenti conflittuali nella CGIL ed il sindacalismo di base sono
attesi ad altre manifestazioni di lotta e di riaggregazione per non
pagare la crisi del capitale.
La lotta dei lavoratori italiani è la lotta dei lavoratori europei, la
convergenza del sindacalismo conflittuale (tendenzialmente a prassi
libertaria) è la speranza di riorganizzare la risposta dei proletari
italiani ed europei.
La FdCA invita tutti gli attivisti sindacali anarchici e libertari,
tutte le realtà di base nei luoghi di lavoro e nella società a
partecipare allo sciopero del 6 settembre per chiedere il ritiro della
manovra, per costruire unità e resistenza di classe contro la crisi,
contro la repressione ai danni degli attivisti sindacali, per
costruire un'alternativa solidale e libertaria.
Commissione Sindacale – FdCA
28 agosto 2011
DIFESA SINDACALE : 6 SETTEMBRE SCIOPERO GENERALE
Contro la volontà del padronato e del governo di scaricare i costi della crisi sui lavoratori e sulle fasce sociali più deboli e indifese
Questo sciopero generale è l’occasione per manifestare con intransigenza, bloccando il paese, la volontà di non pagare la crisi , respingere l’iniqua manovra economica del governo, sconfiggere il tentativo di cancellare il contratto collettivo nazionale di lavoro.
E’ un fatto molto positivo che il gruppo dirigente della CGIL risponda con l’indizione di uno sciopero generale nazionale a breve termine a un attacco pesantissimo alle condizioni del lavoro e dei diritti per salvaguardare i privilegi, le grandi ricchezze e gli interessi che rappresentano la base di consenso del Governo, ma non ci sfuggono e ci allarmano i comportamenti ondivaghi di questo gruppo dirigente, conseguenza delle ancora ben piantate tradizioni concertative e dei legami ancora ben stretti con i partiti politici parlamentari.
L’accordo tra le parti sociali siglato il 28 di giugno us , cosi come la proposta comune del 4 agosto presentata al Governo avevano in parte bloccato e condizionato negativamente quella opposizione politica e sociale che a partire dalle manifestazioni del 16 ottobre e del 27 novembre dello scorso anno, fino allo sciopero generale del 6 maggio si stava aggregando nel paese, proprio intorno FIOM ed alla CGIL tutta, creando così le premesse dell’attacco alle condizioni economiche e sociali che l’esecutivo si appresta a varare, con l’ennesima decretazione , nei confronti dei lavoratori e delle nuove generazioni .
Per questi motivi lo sciopero generale deve divenire un primo elemento di chiarezza da cui ripartire, con un’opposizione sociale che per essere vincente non potrà che essere di classe. C’è la necessità urgente di rompere con ogni compatibilità e con ogni deriva neocorporativa dichiarando definitivamente superata la concertazione, ponendo la difesa degli interessi dei lavoratori e delle fasce più deboli, in un vasto programma unitario per riunire l’opposizione sociale.
La CGIL ha lanciato un grande segnale di determinazione e di speranza che deve essere raccolto e moltiplicato per la difesa del lavoro, per l’estensione dei diritti e per l’unità dell’opposizione sociale.
Lo sciopero generale dovrà essere grandemente sostenuto al fine di bloccare l’iniqua manovra economica del governo, ma è anche necessario intraprendere una riflessione che coinvolga tutti i militanti sindacali di opposizione attivi all’interno della CGIL : che siano abbandonate le schermaglie tra gruppi dirigenti che troppo hanno pesato e pesano sull’unità del movimento e si uniscano invece le forze, coinvolgendo i lavoratori su di un comune programma di classe capace di sostenere lo sforzo di opposizione intrapreso dalla CGIL che, altrimenti, rischia di ridimensionarsi. Di questo c’è bisogno, e in questo i compagni comunisti anarchici e libertari si impegneranno a fondo all’interno della CGIL.
Difesa Sindacale
La Padania non esiste!!! No al Giro della Lega
La Padania non esiste!!! No al Giro della Lega
BASTA! : La Padania non esiste
La nostra Repubblica è l'Italia
la nostra Patria è il Mondo intero
Sabato 10 settembre è prevista l’ennesimo colpo di teatro di Bossi & C. teso a riaffermare una fantomatica Padania per distrarre l'attenzione dalla dura realtà di tutti i giorni che in molti viviamo e soprattutto dai pesanti sacrifici che, con la manovra economica, il Governo PDL_LEGA sta per scaricare sui lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie.
Montecchio Maggiore dovrebbe diventare il palcoscenico del cosiddetto “Giro della Padania”, presentato come una gara ciclistica importante, altro non è che l’ennesimo tentativo di far passare in modo subdolo nell’immaginario collettivo l’esistenza di questa inesistente terra promessa, che secondo i leghisti risolverebbe i nostri problemi.
Per questo non si fanno scrupoli di usare, per bassi interessi di parte, per dividere, per ingannare i cittadini, uno sport nobile e popolare come il ciclismo il cui momento più significativo è invece proprio il Giro d'Italia che unisce, nel suo passaggio tutti i territori.
La Lega, che al nord si lancia contro “Roma ladrona” e tappezza le nostre strade con slogan come “paròni a casa nostra”, cerca di nascondere le sue importanti responsabilità di governo che durano da quasi un decennio. Il disastro economico e sociale che investe oggi l’intero paese, i provvedimenti di bilancio che strangolano i cittadini e gli enti locali (alla faccia del federalismo), il coro di chi criminalizza i cittadini che si ribellano alle imposizioni antidemocratiche, in Val di Susa come a Vicenza con il Dal Molin, C.I.S. di Montebello ecc. sono anche opera loro. Non basta più agitare la bandiera della Padania per lavarsi la coscienza e la reputazione.
Le responsabilità della Lega, i suoi insuccessi al governo, le sue clientele e nepotismi, la sua fame di potere e denaro stanno ormai diventando evidenti anche per sostenitori storici del carroccio e non serve distogliere l’attenzione attraverso l’idea di questa inesistente nazione padana, o individuando di volta in volta nuovi nemici su cui scaricare le colpe.
Una volta erano i terroni, da mandare in pasto ai leoni, poi i migranti, poi la cosiddetta 'Casta' ma nella sostanza nulla è cambiato. Sono proprio loro che fanno parte della Casta; perchè dovrebbero cambiare? Si crea invece un capro espiatorio additando i deboli e gli ultimi, per nascondere l'incapacità di chi ha la responsabilità, la forza ed il potere per agire.
Esiste, per fortuna, un altro Veneto, tollerante e solidale, che vuole ricostruire un senso di comunità e solidarietà per affrontare la crisi, senza utilizzare le armi della paura e dell’esclusione, che non si fa ingannare da slogan vuoti e falsi, ma che intende lavorare giorno per giorno per ricreare una società aperta, inclusiva, giusta ed equa. Dalla palude in cui tutto il nostro Paese è immerso si può uscire solo con un enorme gesto di generosità e solidarietà tutti insieme.
Dobbiamo dire BASTA a questa mistificazione !
Per questo il 10 settembre saremo a Montecchio Maggiore, senza distinzione di provenienza, senza guardare allo stato sociale, alla carta d’identità o al permesso di soggiorno, perché quel giorno noi, cittadini del mondo, diremo chiaramente e a voce alta che LA PADANIA NON ESISTE, la nostra Repubblica è l'Italia e la nostra Patria è il Mondo Intero.
Primi firmatari:
Presidio No Dal Molin
SeL Vicenza
La fabbrica di Nichi
Fiom Cgil
Polisportiva Independiente
Lista Civica “Vicenza Libera – No Dal Molin”
Bepi De Marzi
Cinzia Bottene, consigliere comunale di Vicenza
circolo culturale Mesa - Montecchio Maggiore
circolo culturale E20 Underground (ex Cantieri) - Montecchio Maggiore
per aderire all'appello: nopadania@libero.it
giovedì 25 agosto 2011
campo internazionale e meeting estrema destra a revine lago
in arrivo per il primo fine settimana di settembre (dal 2 al 4) "Ritorno a camelot" festival e meeting organizzato dal veneto fronte skinhead a Revine Lago presso il compiacente camping riva d'oro sul lago di S. Maria , luogo che ogni anno e sempre è ritrovo abituale di alcuni fascisti della Valsana ma che ogni tre anni diventa campo estivo colonia più o meno ufficiosa dell'estrema destra veneto-padana , quest'anno in arrivo l'europarlamentare leghista Borghezio , un nome un perchè . Oltre lui diversi pezzi grossi e quadri politico miltari dei partitini a destra de La Destra e ospiti internazionali. Il comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza di Treviso sta già schierando un centinaio di agenti , militi e servizi del UCIGOS/DIGOS , a detta di loro per "contenere" questi "stranieri" ma a me pare invece per permettergli in tutta sicurezza e senza provocazioni di fare il loro sporco lavoro di propaganda e di manipolazione delle giovani menti che andranno0 li richiamati dall'ethos stilistico della musica skin o meglio nazi-rock e da consolanti visioni dillettantistiche ed esemplificatorie su crisi e precariato per riportare in auge il mai sepolto antisemitismo , machismo , sessismo , omofobia , tradizionalismo cattolico e xenofobia .
Per quei giorni attendiamo che l'ANPI e "l'antifasscismo parlamentare ed istituzionale" decidano dove andare a fare le interviste concordate con la stampa in modo da evitare di perderci un magnifico lago , un magnifico pic-nic , una cantata partigiana e antifascista ..insomma riprendiamioci i laghi e lasciamo fasci , nazi , media e moralisti catto-....riformisti?... nel loro ghetto di carta , e se qualcuno sbuca fuori lo si lancia in allegria nelle acque limpide e chiare dei laghi di revine
Amici di Alvise Pavan Eroe Antifascista di Treviso
leggasi
http://www.oggitreviso.it/tensione-gli-skinheads-revine-previsti-controlli-tappeto-39072
tratto da
martedì 23 agosto 2011
23 agosto 1927
venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di
incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così
tanto su chi è appena arrivato in America".
Ciao, Nicola e Bartolomeo: dopo tanti anni siamo ancora qui, e poco è
cambiato. Non per questo il vostro martirio è stato inutile.
Ferdinando Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 aprile 1891 – Charlestown,
23 agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888 –
Charlestown, 23 agosto 1927
lunedì 22 agosto 2011
Opus Dei , Opus Diabuli suggerimenti letterari e saggistici
http://www.ferrucciopinotti.it/wordpress/?page_id=3
"Opus Dei Segreta" un reportage di ex numerarie/i e sopranumerarie/i fra cui pezzi importanti come Moncada e altri , un affresco della "chiesa nella chiesa" , una lobby ai vertici della borghesia cattolica , riporto sotto siti e forum aperti da ex ragazzi adescati da questa macchina da proselitismo fra schizzofrenia religiosa e miserie umane .
http://www.opuslibros.org/ (Spagana)
http://www.opuslivre.org/ (brazil)
www.opuslibros.splinder.com/ (italia-introduzione)
http://opuslibros.it/forum/viewforum.php?f=9 (italia forum)
http://www.odan.org/ (USA)
http://www.odan.org/ictod.htm (international collaboration for truth about opus dei )
lacrime e sangue dei proletari europei
della UE è diventato uno spazio di vero e proprio saccheggio di
redditi, di salari, di diritti, di tutele, di servizi sociali con uno
spostamento gigantesco di risorse e di "ricchezza" dal proletariato
europeo alle caste finanziarie, bancarie e statuali della stessa UE,
con una serie di provvedimenti convergenti per un verso e dissimili
per un altro a seconda degli interessi politici nazionali in gioco,
tutti in nome di un patto di stabilità i cui parametri furono voluti
dal capitale europeo.
Vediamo i "riots" di Stato in Stato contro le nostre sudatissime e
conquistatissime "ricchezze".
La prima è stata la Grecia.
Età pensionabile portata a 65 anni per uomini e donne. Stipendi degli
statali tagliati del 15%. Stop a tredicesime e quattordicesime e
scatti di stipendio bloccati fino al 2014. Rinnovi contrattuali del
settore privato bloccati fino al 2012. Aumento dell'IVA fino al 23% e
delle accise su sigarette, alcol e benzina. La UE interviene con un
"salvataggio" insieme al FMI per salvare gli interessi delle banche
tedesche e francesi sul debito greco.
Nel 2011 ulteriore manovra da 78 mld di euro fino al 2015: "tassa di
solidarietà" con prelievi tra l'1 e il 4% sui redditi più alti (del 5%
per parlamentari e ministri); patrimoniale su auto di grossa
cilindrata, yacht, piscine ed abitazioni di valore superiore ai
200.000 euro. Tassa extra per i lavoratori autonomi fino a 300 euro,
esenzione totale dalle tasse scende a quota 8000 euro annui di
reddito; taglio di altri 150.000 posti nel pubblico impiego. Riduzioni
di spese per la sanità e piano di privatizzazioni per 50 mld di euro
fino al 2015. Liberalizzazioni nel settore dei servizi e riduzione a
592 euro del salario minimo di ingresso per i giovani.
Poi è stata la volta dell'Irlanda.
Nel dicembre del 2010, piano di austerity con tagli per 10 mld di euro
fino al 2014. Tagli alle pensioni, ai salari minimi ed agli assegni
familiari (10 euro in meno per figlio). Stato sociale ridotto di 2,8
mld di euro. Licenziamento di 27.000 dipendenti pubblici, innalzamento
dell'età pensionabile fino a 68 anni nel 2028. Aumentata l'Irpef e
tagliati gli investimenti pubblici; IVA fino al 23% nel 2014.
Dall'altra parte patrimoniale sugli immobili, taglio di 14.000 euro
per il premier e di 10.000 per i parlamentari, aliquota fiscale per le
imprese resta al 12,5%. A salvare l'ex-tigre celtica, intervento
combinato di UE e FMI, preoccupati degli interessi delle banche
tedesche e francesi sul debito irlandese. L'obiettivo? Rispettare uno
dei dogmi della UE. riportare il rapporto deficit/PIL al 3%.
Quella P.... di Portogallo
Nel solo 2010 sono ben 3 le manovre correttive. Obiettivo, anche in
questo caso, portare il deficit pubblico dal 7,3% al 4,6% nel 2014.
Tagli agli stipendi dei lavoratori del pubblico del 5%, aumenti
dell'IVA (al 23%) e dell'IRPEF, congelamento delle pensioni, tagli
alla spesa sociale ed agli investimenti, abbassamento da 30 a 20
giorni annui dell'indennità da pagare ai lavoratori licenziati,
prelievo straordinario pari alla metà della tredicesima su tutti i
redditi superiori al salario minimo.
Dall'altra parte prelievi sulle banche, rinuncia ai diritti speciali
dello Stato nelle società Edp, Galp e Telecom; sospese le grandi opere
come la TAV Madrid-Lisbona; privatizzazioni delle grandi imprese
pubbliche come la compagnia aerea TAP, l'elettrica EDP, l'energetica
REN, 2 reti della TV pubblica.
I vicini spagnoli
UE ed FMI hanno fatto pressioni dando la colpa ai mercati ed il
governo socialista ha varato nel 2010 due manovre da 65 mld di euro
riducendo per la prima volta dopo 20 anni i salari pubblici per il 5%,
bloccando per un anno la rivalutazione delle pensioni, innalzamento
dell'età pensionabile a 67 anni, abolito il sussidio di disoccupazione
da 426 euro al mese ed il contributo di 2500 euro per i nuovi nati,
contenimento della spesa farmaceutica. Taglio del 7,9% della spesa
pubblica nel 2011, con tagli del 16% ai bilanci dei ministeri.
Dall'altra parte taglio del 15% all'assegno dei ministri e del 5% ai
parlamentari; privatizzazione dell'ente aereoporti AENA, della Lottera
di Stato, sgravi fiscali per le pmi; tassazione del 25% applicabile ai
redditi da 120mila a 300mila euro.
Manca la I.... di Italia
Due manovre in un mese per più di 80 mld di euro. Colpiti tutti i
lavoratori dipendenti, i loro redditi, le pensioni, le tredicesime, i
servizi erogati dagli enti locali. Dall'altra parte, un bell'equo
niente.
Ma chi pensava che i piigs fossero solo i paesi mediterranei e quei
discendenti dei fenici che sono gli irlandesi, deve ora ricredersi. I
lavoratori britannici, francesi e tedeschi non sono stati salvati dai
loro illuminati leaders.
UK
Manovra da 83 mld di sterline (95 mld di euro circa) di tagli alla
spesa pubblica e la perdita di 490mila posti di lavoro. Anche qui
incombe Maastricht: rientro al 3% del rapporto deficiti/PIL entro il
2015. E il disavanzo dal 10,1% del PIL all'1,1% entro il 2016!!! Come?
Innalzamento dell'età pensionabile per tutti a 66 anni nel 2016, tagli
ai bilanci dei ministeri (in particolare del 7,1% ai bilanci degli
enti locali, quelli che sostengono il welfare di quartiere) ed al
sistema dell'istruzione. Dall'altra parte tagli alla giustizia, alla
difesa, al corpo diplomatico, alla BBC, tassa sulle banche.
Francia
Deficit nientemeno che al 3% nel 2013 ed al 2% nel 2014. Per
perseguire questi obiettivi, innalzamento dell'età pensionabile
massima a 67 anni, con anzianità massima che sale a 41 anni di
contributi nel 2012. Sono salvi i lavori usuranti ed invalidanti ma
con insaprimento dell certificazione. Taglio del 10% in 34 anni alle
spese d'intervento per il sistema di sussistenza sociale. Dall'altra
parte tagli ai ministeri del 10% per le spese di rappresentanza,
missioni e collaborazioni, tassa sulle banche, ridotta l'imposta
patrimoniale sui grandi redditi (la soglia sale a 1,3 mln di euro di
imponibile).
E infine la ansimante locomotiva Germania
Passata inosservata per il clamore suscitato dalla situazione di
Grecia, Irlanda e Portogallo, la Germania già nel giugno 2010 aveva
approvato una manovra da 86 mld di euro per il triennio 2011-2014.
Taglio al welfare per oltre 30 mld di euro, ridotti gli stipendi dei
dipendenti pubblici e taglio di 15.000 posti di lavoro. Dall'altra
parte tagli alla difesa e tasse sul nucleare e sulle transazioni
finanziarie. Più investimenti su scuola e ricerca.
Ora l'ultimo dato trimestrale (aprile/giugno) il PIL tedesco segna
solo il +0,1%, in buona compagnia appena sopra lo zero con Italia
(+0,3%), Spagna (+0,2%), globale UE (+0,2%).
Il saccheggio delle risorse sociali e del redditi dei lavoratori non
creano "crescita", ma solo impoverimento ed ulteriore indebitamento
diffuso che provocano un depressione sociale profonda ed
apparentemente senza speranze.
Tutte le organizzazioni sindacali, sociali e politiche europee che si
battono dal basso ed in modo antiautoritario per la difesa degli
interessi di classe dei lavoratori e delle lavoratrici in Europa, sono
chiamate ad un grande sforzo internazionalista per contrastare
l'avidità del capitale e dello Stato. Questa è lotta di classe e per
ora la sta vincendo gente che vuole garantirsi accumulazione di
capitale anche a costo di smantellare quello spazio sociale
solidaristico e pubblico che aveva finora salvato l'Europa dalla
cupidigia dal trionfo del neoliberismo.
E' ora di radunare le forze in un grande fronte europeo, come fu a
cavallo del secolo, per contrattaccare. E' ora di costruire
solidarietà dal basso. E' ora di riprendersi euro per euro tutto
quello che è stato tagliato. E' ora di non pagare i debiti. Non
abbiamo più nulla da perdere.
Segreteria Nazionale FdCA
18 agosto 2011
martedì 16 agosto 2011
Ciriani salvato dai migranti!
A Pordenone però succede qualcosa d’interessante visto che l’attuale presidente della Provincia Alessandro Ciriani, vera e propria fabbrica di favori e soldi per i fans di partito e ideologia (ricordiamo la sua formazione politica dal Fronte della gioventù ad Alleanza Nazionale fino all’attuale PDL), noto per essere il fustigatore d’immigrati e assertore del “prima agli italiani” riesce a salvarsi la poltrone e il suo giocattolino grazie ai 315.000 e più abitanti.
Considerando che gli immigrati in provincia sono oltre 35.000 succede che a salvare letteralmente il culo al presidente Ciriani siano proprio gli immigrati, proprio quelli accusati di essere portatori di disagio sociale, insicurezza, integralismo, svilimento delle tradizioni ecc.
Fosse una persona dotata di dignità chiederebbe scusa o quantomeno darebbe le dimissioni ma in questa provincia un po’ friulana e un po’ meneghina siamo abituati ad un livello miserevole della gran parte dei politicanti, tanto attaccati alle poltrone quanto ai peggiori istinti, che immaginiamo il “nostro” che si sfrega le mani mentre si appresta ad invitare a Pordenone altri autorevoli personaggi di caratura nazionale quali i radiati Farina e Moggi da una parte e dall’altra mandare in giro le ronde militari a perquisire i migranti che osano passeggiare per la città. Con i soldi nostri e alla faccia della crisi!
Iniziativa Libertaria
venerdì 12 agosto 2011
interessante articolo
Questioni di debito
Aggiungiamo che il rapportare il debito rispetto al PIL non significa nulla, perché sono entità su tempi diversi. Il PIL è valore aggiunto annuale, cioè quanto prodotto dal lavoro umano dentro un periodo dato (include ad esempio il ricavato da vendite azionarie, ma esclude l'orto personale), mentre la somma del debito è l'insieme calcolato su anni diversi, anche molto lunghi, come i titoli a 30 anni emessi dall'Italia e il possesso di fondi scandinavi. Quindi i tempi sono diversi. L'Italia ha una media di titolo di 7 anni, perciò ogni anno deve rifinanziare solo una parte dei titoli, più quelli annuali o semestrali.
La funzione delle Banche nel capitalismo è quella di individuare le condizioni affinché possano erogare credito, che è la loro ragione sociale, rientrando in possesso dell'importo e degli interessi richiesti. Quindi il finanziamento è a loro funzionale, solo che gli premono il rientro e le garanzie temporali. Quindi non preoccupa tanto la cifra del deficit, quanto le condizioni economiche che garantiscono il debitore, cioè se le sue entrate risultano adeguate. Diversamente, le banche iniziano a preoccuparsi, soprattuto se aumentano le spese e si riducono le entrate perché la "crescita economica" ristagna. Infatti, in questo caso diminuiscono le tasse incassate e invece crescono gli ammortizzatori sociali, quelle voci di sostegno ai redditi delle fasce povere. In questo caso si può ovviare con la trasformazione del tempo del rimborso del debito, allungandolo (cosa che se lo fa lo Stato prende il nome di consolidamento) e richiedendo interessi maggiori; ma aumentano le pressioni per le garanzie del rientro, onde evitare un effetto collaterale: cioè quello di avere un prestito immobilizzato e rispetto a cui aumentano i dubbi della solvibilità con conseguente svalorizzazione del capitale effettivo (se €100 mi arrivano tra un anno hanno un valore, fra tre un altro, quindi la differenza deve essere detratta). Il dibattito in USA tra democratici e repubblicani era sull'aumento del debito, ma anche sull'aumento delle tasse per i milionari americani che con Bush jr. avevano ottenuto una riduzione di $3.000 miliardi di imponibile, che Obama aveva rinnovato e che sono in scadenza a fine anno.
Altro aspetto non secondario è il risparmio disponibile, quei redditi monetari e in beni di precedenti periodi economici, quello che utilizza Tremonti per dimostrare la solidità della nazione. Infatti risultano cifre dal 6 al 10 volte il PIL, quindi in caso di necessità il privato per ridurre il debito vende i gioielli di famiglia. In realtà si preferisce mantenere i gioielli di alcune famiglie e tagliare le spese di altre famiglie, incluse quelle statali di cui sono beneficiarie le seconde. L'ex-ministro Pomicino sostiene che il 10% degli italiani dispone del 45% della ricchezza risparmiata e la stima a €12.000 miliardi, cioè di molto superiore al misero PIL di €1.500 miliardi, dove sono inclusi anche i redditi delle elusioni, per disporre di un denominatore maggiore. Quindi un intervento alla francese di patrimoniale all'1 o 2% darebbe ampli margini. Altra fonte parla di una ricchezza di solo 6 volte, il banchiere dello IOR propone un prestito del 10% liquido, (solo sui €900 miliardi) a tassi contenuti. Insomma i soldi ci sono, basta prenderli...
mm
venerdì 5 agosto 2011
Anarchia e potere nella guerra civile spagnola
Anarchia e potere nella guerra civile spagnola
(1936-1939)
sarà presente l’autore:
Claudio Venza
(docente di storia contemporanea all'Università di Trieste e collaboratore di "Germinal")
Dalla Spagna giungono anche notizie confortanti. Tra gli slogan del movimento del 15 Maggio (o di indignad@s), ve ne sono alcuni tipici dell'anarchismo: "Nessuno rappresenta nessuno" e "I nostri sogni non trovano spazio nelle vostre urne". Inoltre ci sono un paio di atteggiamenti antiautoritari: le assemblee che cercano il consenso e non la maggioranza e l'assedio di massa alle istituzioni ufficiali. E' forse una riedizione, mutatis mutandis e in chiave nonviolenta, della rivoluzione del 1936?
L'iniziativa si svolgerà:
Venerdì 12 agosto
ore 20:30 via Savi, Sant'Eulalia di Borso del Grappa (Tv)
iMalfattori
L'ultima frontiera della democrazia
In un momento, come quello odierno, di profonda crisi occupazionale in cui più forte dovrebbe essere la solidarietà, le istituzioni pordenonesi hanno prontamente risposto con l’istituzione di un tavolo per risolvere i problemi locali: fine della cassa integrazione per più di 600 lavoratori, diminuzione degli ammortizzatori sociali, problemi nella scuola, nella sanità etc. La soluzione è stata quella di attribuire in modo perverso pari dignità a chi decide di muoversi per Pordenone, soprattutto in macchina, per ragioni puramente personali (lavoro? shopping? divertimento?), a chi cerca di portare alla luce le ingiustizie che molti stanno subendo “tutti i giorni”. Se non fosse tragico sarebbe comico rilevare che alla richiesta degli immigrati di dignità, quella vera, diritti e libera circolazione sia stato risposto contrapponendo la libertà di circolazione dell’automobilista e dell’uomo/portafoglio pronto a rimpinzare le tasche dei poveri bottegai pordenonesi. Noi anarchici e libertari non ci stiamo. Denunciamo il tentativo di “paralizzare” chi vuole manifestare contro ogni tipo di sopruso, di rendere lo sciopero sempre di più uno spettacolo di burattini. Non saranno certo delle regole senza senso (non è forse più penalizzante per “i cittadini” far partire una manifestazione dal trafficato Largo San Giovanni piuttosto che da una zona pedonale come p.tta Cavour) che ci spoglieranno della libertà, quella vera, di occupare gli spazi e le vie cittadine per rendere pubbliche le nostre rivendicazioni. A chi pensa che queste regole, a cui non dimentichiamoci vanno aggiunte quelle nazionali sugli obbiettivi sensibili, non siano dettate dal buon senso ma da un, non troppo velato, sentimento liberticida; diciamo: “Sveglia! Fatti sentire”.
Iniziativa Libertaria Pordenone