La metafora dei vestiti dell’imperatore è gettonatissima in questo
periodo di pandemia.
E l’assurda vicenda dello studente colpito da TSO a
Fano la richiama.
Un TSO come (unica) risposta “adulta” capace di gestire uno
studente recalcitrante e “disturbante”, che erge un’ espressione di
disagio, tra l’altro preesistente, a caso nazionale di lotta civile con
tanto di strumentalizzazione mediatica di cui a conti fatti farà le
spese proprio il diretto interessato.
Al di là delle considerazioni legate al complesso caso specifico a
noi rimane la fotografia di in un contesto esasperato dalla vita sotto
Covid (Didattica a distanza, relazioni sociali solo digitali,
limitazione nello spostarsi ecc.) che segna un punto di non ritorno di
una istituzione scolastica che non riesce a dare risposte convincenti né
a livello collettivo né a livello individuale, ed è costretta a
rifugiarsi in dinamiche puramente autoritarie, fino al coinvolgimento
delle forze dell’ordine che scaricano la responsabilità sull’
istituzione ospedaliera.
Che applica il “normale” protocollo e giudica
indifferibile un tampone COVID in questo contesto,senza pensare alle
conseguenze nel dramma delle parti in corso. Un sindaco che firma
“come atto dovuto” un TSO a uno studente prelevato a scuola.
Il Trattamento sanitario obbligatorio, un atto di forza che limita
la libertà personale e di cura, giustificato solo in casi che mettono a
repentaglio la propria e l’altrui incolumità, viene utilizzato in
maniera totalmente burocratica su un ragazzino testardo. Una spirale
paranoica che ormai si avvita su sé stessa e in cui tutti rischiamo di
collassare.
Le forme di disagio psicologico, dei giovanissimi in primis,
vengono completamente misconosciute da una scuola ormai ridotta a
semplice custode, incapace di dialogare e che espelle e lascia indietro
senza rimorsi né rimpianti tutti coloro che non stanno al passo,
incapace di convincere ed educare con l’uso della ragione e del sapere
scientifico, con metodi che sappia dare agli studenti, e non solo, la
capacità di distinguere la differenza tra “opinione”, “fake” e percorso
di ricerca scientifica.In cui la responabilità educativa è subordinata
alla gestione manageriale del dirigente, che spesso si dibatte tra
l’immobilismo impaurito e l’intervento autoritario sacrificando
buonsenso e credibilità sua e del corpo docente.
La situazione di emergenza in cui viviamo a causa della pandemia
scarica sui comportamenti
individuali tutta la responsabilità della
salute pubblica, mentre glissa elegantemente sulle responsabilità
politiche ed economiche. Nulla si è fatto, né si farà, per potenziare la
sanità, e le poche risorse ancora disponibili sono drenate
dall’emergenza vaccinale, che deve galoppare, ma… a costo zero.
Poco
importa che, per far risaltare meglio i numeri, il governo decida di
procrastinare le seconde dosi, contraddicendo sé stesso e i suoi tecnici
e senza fornire uno straccio di supporto scientifico.
L’orario del coprifuoco serale, imposta per agevolare il lavoro dei
“tutori dell’ordine” ma la cui valenza simbolica è pesantissima
rispetto allo scarso senso sanitario, viene contrattato pensando alle
esigenze di baristi e ristoratori e nessun’altra remora e
considerazione.
Non è accettabile, per noi anarchic*, lasciare il discorso sulle
libertà individuali e collettive in mano a imprenditori e visionari.
E se le istituzioni lavorano per riprodurre e difendere sé stesse,
non possiamo perdere la consapevolezza che la nostra società non
dovrebbe essere composta da “istituzioni totali” ma da relazioni di
garanzia della corretta applicazione del diritto.
La seconda regione più
bella del mondo, così dicono le Marche di sé, è quella in cui la spesa
per paziente psichiatrico è la più bassa in italia, escluso basilicata e
molise, in cui tutti i indicatori rilevano uno scarso affiancamento
ai pazienti, quella che ha un numero di TSO superiore alla media
nazionale.
La maggior parte di questi si consuma nel silenzio, e non è
accettabile che uno strumento estremo, accettabile solo per la
salvaguardia della vita, venga utilizzato come forma di controllo o
punizione sociale, o anche semplicemente come spauracchio.
Alternativa LIbertaria Fano
Nessun commento:
Posta un commento