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venerdì 15 luglio 2016

1986-2016: trent'anni fa fondata a Fano la Associazione per lo sbattezzo

Esce in questi giorni il numero estivo (409) di A rivista contenente l’articolo “Trent’anni di diserzioni”, breve storia della fondazione dell’ Associazione per lo sbattezzo, nata a Fano nel 1986.
Si è trattato della prima forma associativa nel mondo contro il “cattolicesimo obbligatorio”, costituita il 15 agosto 1986 a Fano (Terzo meeting anticlericale), durante una nutrita assemblea con provenienze da tutt’Italia e rappresentanze delle maggiori associazioni laiche del Paese.

L’originalità dell’Associazione è consistita nell’ aver dato forma collettiva al dissenso già analizzato negli anni Cinquanta dal filosofo non violento Aldo Capitini, in anni in cui il papato di Wojtyla promuoveva una pesante ingerenza nella politica internazionale.
Scriveva l’Associazione nella Millelire edita da Stampa alternativa: “E’ bene innanzitutto chiarire che l’Associazione per lo Sbattezzo non amministra lo sbattezzo. Se lo facesse si porrebbe al pari di una Chiesa! L’Associazione invece nasce dalla consapevolezza che ogni essere umano è padrone di se stesso e che è quindi in suo potere rigettare qualsiasi atto di incorporazione ad una qualsivoglia fede o religione che cerchi di vincolarlo”.
In questi ultimi due decenni, l’occasione della tutela dei dati personali per intervenire sui Registri parrocchiali ha aumentato in Italia il ricorso allo sbattezzo con picchi di oltre 45mila moduli all’anno scaricati dal sito web di UAAR.

Nel mondo è dopo i fatti narrati nel film “Spotlight” sui casi di pedofilia venuti alla luce a Boston e in tutti gli Stati Uniti dal 2002, e dopo i casi di pedofilia nel clero in Irlanda resi noti dalla stampa tra il 1994 e il 2006 che lo sbattezzo diventa di massa, con oltre cinquecentomila richieste in Irlanda. Tanto che il Pontificio Consiglio deve emanare, il 13 marzo 2006, una Lettera nella quale si davano precise indicazioni sulla trascrizione nei registri parrocchiali della “uscita dal gregge”, trascrizione resa obbligatoria in Italia da una sentenza del Garante per la privacy istituito nel 1996 (sentenza su ricorso presentato da Uaar e accolto nel 1999).

L’Associazione per lo Sbattezzo ha costituito negli anni Ottanta e Novanta un richiamo fondamentale alla tutela della libertà personale basata sui principi di libertà individuale e si è anche dedicata a una massiccia campagna di informazione sul meccanismo dell’Otto per mille Irpef, istituito in seguito al Nuovo Concordato (1984).
Denunciava nel 1991 il bollettino dell’Associazione: “Chi non esprimerà la scelta vedrà ripartita la propria quota in proporzione al numero delle scelte espresse. Per essere più chiari, ipotizzando che su 100 contribuenti 20 rispondano e che di questi 15 optino per una della Chiesa e 5 a favore dello Stato, l'ammontare verrebbe ripartito ratificando il democraticissimo criterio con il quale il 15% dei soggetti determina il 75% del risultato.”
Ciò accade tutt’ora, basti vedere i dati del gettito 2011, del quale sappiamo che su un 45,81 per cento di scelte espresse il 36,75 per cento degli aventi diritto ha scelto la Chiesa cattolica per il suo otto per mille, poco più di quindici milioni di persone, col risultato di destinare quasi l’80 per cento dell’otto per mille Irpef nazionale, consistente in 1 miliardo e 13 milioni di euro, alla Chiesa cattolica.
Meccanismo fiscale che già quindi prefigurava un “premio di maggioranza” che ora minaccia di essere di nuovo collaudato anche nel meccanismo elettorale, col risultato di sottrarre sempre più libertà di scelta ai cittadini.
Francesca Palazzi Arduini.
 

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