6 maggio 2011 - SCIOPERO GENERALE, prima di tutto e soprattutto dei lavoratori e delle lavoratrici
Lo sciopero, in tutte le sue forme, continua ad essere la libertà sindacale, il diritto conquistato con dure lotte e lo strumento autonomo delle classi lavoratrici per dare forza e rappresentanza alle proprie rivendicazioni, al dissenso, all’opposizione verso i padroni vecchi e nuovi, verso i governi nemici e quelli falsamente amici, verso il bombardamento culturale e mediatico che vorrebbe lo sciopero gettato definitivamente tra i ferri vecchi del XX secolo.
Già il quadro legislativo costruito per arginare, raffreddare e “rarefare” gli scioperi con le leggi 146/1990 ed 83/2000 ha avuto effetti restrittivi evidenti nel corso degli ultimi 20 anni e come se non bastasse, giacciono in Parlamento due disegni di legge (ddl 1473 e 1409) che porterebbero ad ulteriori restrizioni sul versante della legittimità dello sciopero e della rappresentatività (soglie di rappresentanza, referendum preventivo, dichiarazione di adesione individuale, regime sanzionatorio). Si aggiungano le sanzioni contenute nell’accordo-quadro del gennaio 2010 firmato da Confindustria con CISL e UIL e si comprende quanto lo sciopero sia sempre ed ancora una minaccia costante nel fianco di padroni e governi, perché rappresentante di interessi di classe inconciliabili, di una cultura dell’indipendenza e della libertà delle classi lavoratrici che risulta irriducibile al comando capitalista.
Lo sciopero appartiene ai lavoratori ed alle lavoratrici ed ogni indizione a difesa dei diritti o di una vertenza o di un sistema di tutele e garanzie sociali, va rispettata e sostenuta. QQuesto tempo che stiamo vivendo è segnato da un violentissimo attacco generalizzato alle condizioni generali di vita delle classi lavoratrici, che approfitta della crisi economica per spezzare le lotte sindacali e la contrattazione, per criminalizzare l’organizzazione dal basso nei posti di lavoro ed il dissenso sociale, per distruggere beni pubblici e legami di solidarietà.
A questo attacco i lavoratori e le lavoratrici in Italia hanno cercato di rispondere partecipando in questi 2 anni a numerosi scioperi indetti da varie organizzazioni sindacali (dai metalmeccanici della FIOM a diversi sindacati di base) che oggi interpretano coraggiosamente l’opposizione alle politiche economiche di impoverimento e di licenziamenti, alle politiche guerrafondaie e razziste.
Ogni sciopero va visto come una tappa di avvicinamento ad una meta che è lo sciopero generale e generalizzato, intercategoriale e intersindacale, sociale e proletario, che riorganizzi le forze dell’autonomia dei lavoratori, la loro indipendenza, la loro capacità di agire per il cambiamento della società. Non un mito novecentesco, ma una dimostrazione di alterità e di progettualità per un'alternativa concreta e libertaria all'oppressione capitalistica.
Per queste ragioni, i comunisti anarchici si impegnano per la massima riuscita dello sciopero generale indetto dalla CGIL per il 6 maggio.
La Federazione dei Comunisti Anarchici considera lo sciopero generale come lo strumento che riunifica le lotte sociali in corso contro la precarietà, per la difesa dei posti di lavoro e dello stato sociale, per una scuola pubblica, il diritto allo studio.
Considera lo sciopero generale passaggio fondamentale di un percorso che permette l’estensione nei luoghi di lavoro e in tutto il paese di un grande movimento che sia in grado di respingere l’attacco senza precedenti che CONFINDUSTRIA, FIAT, GOVERNO portano al CCNL,ai diritti, al lavoro, alla democrazia, alla libertà delle lavoratrici e dei lavoratori.
I padroni senza distinzione e il governo usano la crisi per modificare alla radice le relazioni sociali e il sistema dei diritti, per cancellare la contrattazione collettiva.
Il 6 maggio deve determinare un cambio di fase, collocando lo sciopero generale in un percorso che porti alla costruzione dei rapporti di forza necessari per rimettere al centro gli interessi e il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori.
Inoltre, affinché la stessa CGIL si avvii su questo percorso abbandonando il ritorno a logiche neo-concertative, è necessaria la massima riuscita dello sciopero generale
Lavoriamo perché il 6 maggio il paese si fermi. Le manifestazioni territoriali siano partecipate, che lo sciopero sia generalizzato.
FdCA
1 Maggio 2011
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