La giornata di mobilitazione della FIOM, contro l’avvio della finta trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro dei Metalmeccanici tra Federmeccanica e sindacati complici, è riuscita.
Lo sciopero di 4 ore ha avuto un’ampia adesione nelle fabbriche; le manifestazioni davanti alle sedi di Confindustria, sia regionali che in alcuni casi provinciali, erano partecipate dal gruppo attivo (direttivi provinciali allargati con presenza di alcune aziende del territorio) e non hanno volutamente avuto carattere di massa.
Sarà il ciclo di assemblee che verrà svolto al rientro dalle ferie nei luoghi di lavoro e decidere nel merito delle iniziative e dei contenuti.
Contenuti che non potranno limitarsi alla sola piattaforma presentata dalla FIOM, che Federmeccanica non vuole discutere, ma che necessariamente devono entrare in una fase ampia e avere come risultante un movimento sindacale che si opponga, con contenuti aggreganti per la classe, alla deriva/irrilevanza sociale dentro cui si vuole ridurre il sindacalismo rivendicativo/conflittuale.
Si tratta di una prima risposta dovuta a fronte dell’esclusione del sindacato più rappresentativo da qualsiasi trattativa nel merito del contratto collettivo nazionale di lavoro. Quello che qualcuno definisce processo in stile FIAT di de-fiommizzazione della categoria.
Solo ricomponendo una visione strategica condivisa dai lavoratori, si potrà puntare ad una ricomposizione della classe e pensare ad una prospettiva per il sindacalismo rivendicativo /conflittuale che sconfigga il tentativo in fase avanzata di costruzione del sindacato di mercato.
La ristrutturazione in atto, con il ridisegno sociale che ne consegue, vede tutti subire continui arretramenti e sconfitte sia sul piano dei diritti e delle tutele, ormai da riconquistare, sia sul piano delle condizioni materiali di vita e di lavoro; trova - nel passaggio delle lotte esistenti e future contro i licenziamenti per mantenere un livello contrattuale dove l’autonomia possa avere possibilità di essere praticata - il riscontro reale sul quale costruire questo percorso.
La soluzione non passa per una sigla sindacale con appelli e proclami roboanti - se mai nuovi di zecca - ma per la costruzione di un movimento sindacale che aggreghi e agisca il conflitto dentro lo scontro sociale.
Il livello dello scontro risulta essere a livello europeo, dove non esistono tentativi reali di risposta coordinata: due lotte, ad esempio, quella della ristrutturazione dell’auto e del lavoro pubblico non sono praticabili solo sul livello nazionale e ne è la prova che la crisi del sindacato come forma organizzata è ormai di tutta l’eurozona.
Uno striscione oggi sintetizzava il dove siamo:
COSCIENZA, CORAGGIO, DIGNITA' - NOI SIAMO LA FIOM
Viap
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